Secchezza del cavo orale dopo radioterapia

Malattie e disturbi curati con la Medicina Omeopatica

Vedo la signora Giovanna (il nome è di fantasia) il 28 novembre 2018. 
Donna tenace e volitiva, giunge alla mia osservazione dietro consiglio della figlia. Nel maggio dell’anno precedente si era operata per un cancro della lingua. La diagnosi istologica parla di carcinoma extracapsulare alla base della lingua con metastasi ad un linfonodo laterocervicale a destra.

Dopo il doveroso intervento si era sottoposta a delle sedute di chemioterapia con Cisplatino e a 35 sedute di radioterapia.
Le visite di controllo che da allora effettua regolarmente sono negative, e il suo oncologo può ben dirsi soddisfatto del risultato.

Tuttavia la signora Giovanna ha più di un motivo per non rallegrarsi. Le necessarie terapie le hanno lasciato in eredità una xerostomia, cioè una forte secchezza del cavo orale dovuta alla lesione delle ghiandole salivari.
La sua qualità di vita ne risulta minata, dato che è costretta a sorseggiare continuamente dell’acqua per favorire la deglutizione.
E’ costretta a fare a meno di molti dei cibi di cui è ghiotta e ad alimentarsi, per così dire, più col cervello che con il palato.
Più in generale la sua mente è sempre sulla sua bocca e sul disagio che la sua secchezza comporta.
La situazione è complicata dalla presenza di un forte formicolio delle punte delle dita di mani e piedi. Si tratta di parestesie distali, un effetto collaterale abbastanza comune a seguito della chemioterapia.

La nostra paziente riferiva inoltre altri sintomi tutti insorti negli ultimi mesi: una spessa patina sulla lingua, un dolore alla spalla destra, la sudorazione di odore acido e una perdita di capelli.
Il 2017 era stato un anno molto doloroso per la paziente: due suoi cari parenti erano mancati nel giro di pochi mesi. Il suo tumore era insorto circa un mese dopo il secondo lutto.

La terapia omeopatica è iniziata il 28 novembre. Dopo 15 giorni il formicolio era diminuito della metà, per attestarsi a distanza di un mese dall’inizio del trattamento ad un 10% dell’intensità originaria.

Nel corso dei due mesi successivi si sono ridotti in modo significativo diversi altri sintomi: la depressione, la tendenza al pianto, il sudore acido, la lingua impaniata ed il dolore della spalla.
I capelli avevano cominciato a ricrescere, ma questo fenomeno si sarebbe con ogni probabilità verificato indipendentemente dai rimedi omeopatici che sono stati somministrati.
Rimaneva però inalterata la secchezza del cavo orale. La paziente era costretta a deglutire ripetutamente per riuscire ad ingerire cibi solidi.
A questo punto è stato prescritto un nuovo rimedio con l’obiettivo di stimolare i processi riparativi delle ghiandole salivari.
Allo stato attuale, due mesi dopo l’inizio del nuovo trattamento, la salivazione della paziente è migliorata del 30%, e così la sua qualità di vita.

Possiamo qui toccare con mano una delle numerose possibilità di impiego dell’Omeopatia: non un’alternativa alla medicina, ma una sua specifica declinazione.

 

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Dr. Paolo Campanella medico omeopatico